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OTTAVIO MAZZONIS
(1921-2010)
Il 20 dicembre 1921, a Torino, nasce Ottavio, figlio di Federico Mazzonis e di Elisa Desio Boggio. In famiglia si respira aria d’arte: la madre di Ottavio, prima del matrimonio, era un apprezzato soprano ed il figlio, già da bambino, era un habitué del Teatro Regio; presso l’abitazione di via San Domenico 11 dove la famiglia risiedeva si tenevano abitualmente incontri con artisti e maestri del calibro di Pertile e Toscanini.
Il padre, proprietario di un’azienda manifatturiera, coltivava vari interessi: si dilettava di astronomia, chimica e d’arte come collezionista di dipinti e come discreto dilettante nell’esercizio del disegno.
Gli interessi del giovane Ottavio per la pittura sono precoci: nel 1932 all’età di 11 anni, ultimato l’anno scolastico, ottiene di accedere alle lezioni di disegno di Luigi Calderini. Mazzonis sa disegnare, dipingere e modellare ma è consapevole di non poter affrontare la complessa arte della pittura esclusivamente da autodidatta. Federico Mazzonis avrebbe desiderato che il figlio seguisse le sue orme nel campo dell’industria tessile ma, resosi pienamente conto della diversa vocazione di Ottavio, lo asseconda raccomandandogli unicamente serietà e perseveranza. Il giovane Ottavio decide così di frequentare lo studio di Nicola Arduino, uno dei più noti e capaci allievi di Giacomo Grosso, pittore figurativo di grande mestiere.
Nel 1946 Mazzonis segue Arduino e Trebaseleghe nel padovano dove viene a contatto per la prima volta con la tecnica della pittura a fresco. Continua il rapporto giornaliero con il maestro sia nel suo studio torinese che a Venezia dove, al suo fianco, dipinge dal vero alcuni scorci paesistici.
Nel 1947 Mazzonis si iscrive, quale allievo di Arduino, al Circolo degli Artisti di Torino. Parteciperà assiduamente alla vita ed a tutte le iniziative del glorioso sodalizio, del quale anche suo padre (morto in giugno) era stato socio.
Nel 1951 Mazzonis opera con Arduino a Borgonuovo di Chiavari. Gli insegnamenti ricevuti e l’impegno assiduo al lavoro gli conferiscono una preparazione propedeutica al mestiere del pittore.
Lo stesso anno Partecipa al Premio Brescia; a Pinerolo, 18-19 aprile presso la galleria Rege Santiano, al Convegno dei pittori, il vende la sua prima opera.
Nel 1960 di dedica alle decorazioni a tempera nella cupola della Pieve di Cumiana ed esegue “Gesù e Nicodemo” nella Parrocchiale di Sordevolo.
Nel 1962 dipinge la pala d’altare di “San Bartolomeo” per la Parrocchia di Fontane di Bossea.
Nel 1963 completa la pala d’altare per San Pietro di Savigliano.
Nel 1964 lavora a tempera nella cappella del Seminario Maggiore di Mondovì Piazza.
Nel 1965 realizza la tela “Noli me tangere”, la pala d’altare per la Parrocchiale di Nucetto e le decorazioni a tempera nell’abside e nel catino del Santuario della Sanità a Savigliano.
Nel 1968 esegue a tempera due vele nel Santuario della Sanità a Savigliano. E’ ospite al Concorso Internazionale “La donna d’oggi nella pittura” al Palazzo della Permanente di Milano. Presso la galleria Fogliato di Torino, affronta il pubblico con la sua prima personale: 61 opere in prevalenza dipinti (di cui la metà di proprietà privata).
Nel 1971 completa il proprio intervento per la decorazione del Santuario della Sanità di Savigliano realizzando altre due vele ed illustra, per le edizioni Paravia, il libro “La repubblica dei Robinson” di Nicola d’Amato.
Nel 1972 è impegnato nella realizzazione della grande pala d’altare del Beato Valfré in gloria per la chiesa di San Filippo a Torino.
Nel 1975 Mazzonis ordina la seconda personale alla galleria Quaglino di Torino, intitolata "Nature silenti": 40 opere di cui 31 sono nature morte.
Nel 1976 per le edizioni Milvia illustra il terzo volume della collana "Andar per castelli, da Asti tutto intorno" (testi di Renato Bordone e di Giovanni Arpino) attraverso disegni appositamente eseguiti dal vero dei castelli astigiani.
Nel 1981 realizza la sua prima personale romana di 42 opere presso la galleria la Barcaccia. Mazzonis inizia anche un fecondo rapporto in esclusiva con la galleria Forni di Bologna, dove allestisce la sua prima personale felsinea, accompagnata da un catalogo presentato da Franco Solmi ed una "Testimonianza" di Giovanni Arpino.
Si susseguono numerose mostre personali nelle principali città italiane: partecipa alla Biennale d’Arte Contemporanea Gasparo da Salò di Salò e, con altri pittori della galleria Forni, all’Expo-Arte di Bari, all’Arte Fiera di Bologna e alla Fiac di Parigi. Qui ottiene un notevole successo; viene menzionato in un articolo su “Liberation” del 30 novembre: Mazzonis, Casanova de la Fiac.
Nel 1984, insieme ad altri pittori della galleria Forni, prende parte con numerose opere all’Expo-Arte di Bari, all’Arte Fiera di Bologna, all’International Contemporary Art Fair di Londra, all’Art 15 di Basilea e alla Fiac di Parigi.
Nel 1986 Mazzonis segue tutte le trasferte nazionali e internazionali di Forni: dall’Expo di Stoccolma all’Art Fair di New York, Los Angeles, Londra e Madrid. E’ presente anche al Salon Comparaison presso il Grand Palais di Parigi nell’ultima tappa della mostra “Piemonte Anni Ottanta”.
Nel 1993 le Edizioni Allemandi di Torino pubblicano, con testi di Giuseppe Luigi Marini (curatore dell’opera), la monografia Mazzonis nella quale sono riprodotti 513 dipinti, 26 sculture e 51 tra disegni e incisioni. Al volume seguono numerose le interviste e le recensioni.
Mazzonis lavora intensamente anche nel campo dell’editoria. Sergio Ricossa illustra Religione e Capitalismo, con il dipinto di Mazzonis “La cacciata dal tempio”. Con il volto di Nietzsche l’artista torinese realizza la copertina del volume La tragedia di Nietzsche a Torino, di Anacleto Verrecchia (edizioni Bompiani) e, sempre di Verrecchia, illustra il Diario del Gran Paradiso (edizioni Fogola).
Nel 1999 realizza la mostra Antologica d’Aosta presso il Museo Archeologico Regionale con testi di Sergio Ricossa, Giuseppe Luigi Marini, Franco Fanelli, Alfonso Panzetta. Nello stesso anno l’editore Fogola presenta il libro Apocalisse di San Giovanni con testo a cura di Eugenio Corsini ed illustrazioni di Ottavio Mazzonis alla Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino.
Nel 2000 partecipa alla mostra “Vanitas Vanitatum. Et Omnia Vanitas”, promossa dal Museo Sandro Parmeggiani di Renazzo a cura di Maria Censi e Alfonso Panzetta. Per la sua rilevanza la mostra di Renazzo diventa anche itinerante e toccherà le città di Longiano (Castello Malatestiano), Montevarchi (Palazzo Alemanni) e Torino (Circolo degli Artisti).
Con questa mostra è spianato il percorso centese di Ottavio Mazzonis che intrattiene una proficua collaborazione con Renazzo, grazie all’amicizia con Maria Censi che, proprio nel Museo Parmeggiani, organizza dal 16 marzo al 13 maggio 2001 la mostra personale di Mazzonis intitolata “Apocalisse di Giovanni”.
Il linguaggio pittorico del maestro ottiene un successo senza precedenti e in quell’occasione nasce l’idea della “Via Crucis” per la Chiesa del Rosario. Le 14 stazioni della Via Crucis saranno realizzate da Mazzonis e donate dal medesimo alla Chiesa del Rosario, dove vengono inaugurate nel maggio 2003. Si definisce così il fil-rouge che congiunge la sensibilità dell’artista torinese con quella del migliore Seicento italiano, del Guercino in particolare. Le tele di Mazzonis, pur presentandosi come lavoro assolutamente contemporaneo ed originale, si armonizzano con la storicità artistica della chiesa centese. Monumentale e intima al tempo stesso la Via Crucis presenta un uso sapiente della luce mediante drappeggi mossi da una sorta di “vento cromatico” e ritmi cadenzati che accompagnano la salita di Cristo al Calvario. L’iconografia, consolidata da una lunga tradizione si presenta come rilettura nuova, coinvolgente, lirica ed induce a meditare sulla valenza simbolica del dolore nel suo progressivo manifestarsi come passione.
Con questo dono alla chiesa del Rosario di Cento Mazzonis ottiene nella città del Guercino numerosissimi consensi; il patrimonio artistico della città viene incrementato, grazie a questo dialogo muto di colore e talento fra Guercino maestro del Barocco e Mazzonis maestro dei giorni nostri.
Questo rapporto fra maestri di epoche diverse si è ulteriormente arricchito; è stata recentemente presentata, a cura di Maria Censi, la grande tela raffigurante “La Resurrezione” dipinta da Mazzonis e da lui donata, come già fece con le 14 stazioni della Via Crucis, alla medesima Chiesa del Rosario soprannominata affettuosamente “Del Guercino” dai centesi .
La città di Cento, grata per le 15 opere realizzate e donate da Ottavio Mazzonis, gli conferisce ufficialmente in data venerdì 22 settembre 2006 la Cittadinanza Onoraria.
Nel febbraio 2007,viene pubblicata dalla Editrice Marietti:
“Via Curcis dell’Amico di Davide Rondoni e con una meditazione del Card. Carlo Caffarra e un saggio d’arte di Beatrice Buscaroli con 14 opere di Ottavio Mazzonis” presenti nella Chiesa del S.Rosario a Cento (FE).
Nel maggio del 2007 si tiene presso la galleria Weber e Weber la mostra collettiva “Il crepuscolo delle Dee. Idealità classica e scultura moderna a Torino 1920-1990” ( con catalogo e testi di Armando Audoli). Espone le sculture: “Nudino”, 1950 in gesso h34cm, “Nudino” 1980 in cera h35cm.
A Torino dal 23 giugno al 5 agosto 2007 si tiene la mostra collettiva“Gran Madre ed i suoi Artisti; catalogo edito da Allemandi con testi di Nico Orengo, Sergio Tealdo Francesco De Caria, Donatella Taverna.
Presso il ristorante Monferrato di Torino espone il quadro: I Salici” del 1980 (olio su tela).
Dal 12 luglio al 11 novembre 2007 presso Palazzo Reale a Milano si tiene la mostra “Arte italiana 1968-2007. Pittura” ideata da Vittorio Sgarbi curata da Maurizio Sciaccalunga. L’evento è promosso dal Comune-Assessorato alla Cultura e realizzato da Artematica.
Ottavio Mazzonis qui espone il quadro “ La Nube” 1994 (olio su tela 300 x 175 cm) Il catalogo è edito da Skira editore.
Nel 2007 esegue per l’istituto Bancario San Paolo di Torino il ritratto del Suo Presidente Ing. Enrico Salza.
Dal 20 gennaio al 30 marzo si tiene presso il Museo Sandro Parmeggiani di Renazzo di Cento la mostra “Sebastiano iconografia di un Martirio tra passato e presente” ideata da Maria Censi. Mazzonis espone il quadro “San Sebastiano e Irene” (2007, olio su tela).
Nel 2009 tramite l’interessamento del Prof. Vittorio Sgarbi ottiene dalla Prefettura di Siracusa l’incarico di eseguire due pale per il transetto della Cattedrale di Noto (Siracusa).
Dal 10 Aprile al 23 Maggio 2010 espone l’opera “La chiesa cattolica” a Palazzo Barolo, in Via delle Orfane n. 7 a Torino. La mostra è a cura di Giovanni Cordero.
Nel luglio 2010 il Maestro Ottavio Mazzonis porta a compimento i due modelletti per la realizzazione delle pale d’altare destinate al transetto della Cattedrale di Noto.
Successivamente inizia l’esecuzione delle due pale in grande formato apportando alcune modifiche alla figura di Santa Caterina.
Tali opere sono rimaste allo stadio iniziale per il sopravvenuto decesso del Maestro, l’8 novembre 2010 a Torino.
Il Museo MARCS, neo Museo Contemporaneo di Arte Religiosa e Sacra Contemporanea “Maria Censi”, dedica una mostra a Ottavio Mazzonis (1921 /2010) Cittadino Onorario di Cento, Priore Onorario dell’Arciconfraternita del Santo Rosario,Presidente Onorario del Museo Maria Censi; vengono ivi esposte 15 opere tra cui la tela “ La comunione della Vergine” (1961, olio su tela, 110x190 cm), dono del Maestro Mazzonis al MARCS di Cento. Nel catalogo sono pubblicate le testimonianze di Silvia Pirracchio (Presidente della Fondazione Ottavio Mazzonis di Torino), Adriano Orlandini (Presidente della Fondazione”Patrimonio degli Studi di Cento), Monsignore Giuseppe Anfossi Vescovo di Aosta, Beatrice Buscaroli e Davide Rondoni.
Dal 29 settembre 2011 al 27 novembre 2011 presso Palazzo Grimani a Venezia si tiene la Mostra “Artisti per Noto e Altrove. L’ombra del Divino nell’arte contemporanea”; l’iniziativa è curata da Vittorio Sgarbi e promossa dal Padiglione Italia della 54° Biennale di Venezia. La Fondazione Ottavio Mazzonis di Torino espone i 2 modelletti e le due pale d’altare purtroppo rimaste incompiute che erano stati l’occasione di ricordare e rendere omaggio al suo Maestro Nicola Arduino, artista spesso ingiustamente dimenticato che dipinse negli anni quaranta-cinquanta. La mostra è stata illustrata dallo straordinario volume “L’ombra del Divino nell’Arte Contemporanea” (Ed. Cantagalli) a cura di Vittorio Sgarbi e Antonio d’Amico, coordinatore e ricercatore della mostra.
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